Pietro Fantasia ricrea dentro di me un'emotività serena, cordiale, misurata, con l'interpretazione della realtà in chiave, per me positiva, di esuberanza cromatica, con le piccole pennellate disposte con amore e semplicità sulla tela. Non da ora lo conosco, ma sono decine di anni, da quando ci incontravamo alle estemporanee ACRE di Mongiana, lui da una parte a creare, io dall'altra, quella opinabile del giudice.
Dei primi giochi di cui conservo memoria uno fu il caleidoscopio. Quell'esperienza di disegno e colore che un lieve tocco disfa e un altro ricompone diverso, non mi si è sbiadita e il bel quadro continua per me ad essere un rifugio, altrettanto una composizione musicale, per prendere forza, non fare rinunce. E' l'effetto che mi produce il mondo realistico senza però acribia, limpidamente dipinto da Fantasia: pulito, forte, intensamente lirico, una luce mai aggressiva sulle cose della natura o costruite dall'uomo, sia anche, perché no? Una cassetta vuota della frutta da portare a casa; la quiete romantica attorno ai baracchini
• barche sovrastati dal cardinalizio boungaville su fàsce di cielo e mare; il silenzio che, si sente, avvolge suggestivi angoli di paese o di campagna e sale da pianure rarefatte dal velo della calura estiva...
Circola apertamente insieme all'aria la poesia nelle tele di Pietro Fantasia, le gamme dei colori, il tratto, addolciti di malinconia che accentua leggerezze
• vibrazioni e sollecita il sogno, un desiderio, più, la necessità, il bisogno di varcare il confine inesistente ed entrare in quelle tele di edificante solitudine, di incantamento, e restarci come certosini, non consentire altre presenze.
Dipingere, ha detto Pietro Fantasia, è fare un viaggio attraverso i sentimenti. Una bella verità. Che non deve essere riférita al solo momento creativo, all'artista, ma anche al momento della fruizione, allo spettatore, ed è questo che mi riguarda
• riguarda, sono certo, chiunque si ponga dinanzi ai quadri di questo pittore di Lagonegro naturalizzato vibonese.
Sharo Gambino
