Se realtà e finzione si mescolano
(2° premio
Fondazione Carical - “Incontro con l’autore”)
"LA CAROVANA Zanardelli" è la chiara dimostrazione di un romanzo in cui
realtà e finzione si mescolano. Un romanzo corale che tra un episodio ed
un altro descrive una parte dell'Italia in difficoltà, che tra problemi
ed insoddisfazioni, mantiene vivo il suo battito per non essere
dimenticata.
Il capolavoro di Giuseppe Lupo è un libro in cui l'autore tra viaggi ed
incontri politici, mette in risalto quella frangia dello Stato, "una
landa di lamiere", molto spesso abbandonata, tramite una accurata
documentazione storica e con l'utilizzo
di un linguaggio adatto al tema che si affronta.
Lupo narra, in effetti, del viaggio intrapreso nel 1902 da Zanardelli,
l'allora Presidente del consiglio che, dopo aver visitato la Campania,
giunge in Basilicata, una delle tante regioni meridionali colpite dal
degrado economico-sociale. Ogni città in cui Zanardelli sosta,
nonostante le difficili condizioni in cui riversa, è un paese in festa i
cui cittadini accolgono il Primo Ministro con cartelloni, musiche,
bandiere, e in particolare con speranza, quella fede che arde in ognuno,
che li porta a considerarlo quasi un Messia giunto a salvarli da un male
incontenibile, dal "demone della fantasia" di cui si sentono
prigionieri. E Zanardelli, quasi commosso, dimostra di voler conoscere
la Basilicata e conoscerla significa amarla. E' proprio su questo
viaggio che si incentra l'opera. Intorno ad esso si intrecciano storie e
vicende umane raccontate da un narratore onnisciente, che in molte parti
fa capire di conoscere l'intera storia. Questo viaggio di 12 giorni,
oltre che il degrado sociale, fa emergere anche quei rituali politici
caratteristici, allora come in parte anche oggi di questo tipo di
manifestazioni. Incontri con personaggi importanti del luogo e con
politici sono all'ordine del giorno.
Ma di rilievo in questo contesto è la "carovana", il seguito di
politici, acculturati, medici e giornalisti che accompagnano
Zanardelli nei vari paesi in festa. Ognuno di essi con una storia
importante, che colpisce il lettore. Ognuno descritto nei più piccoli
particolari, anche con nomi di fantasia, ma dal ruolo primario per il
buon esito della narrazione. Un po' forse come l'entralecement,
quell'intreccio a incastro tipico dell'Ariosto, secondo cui ogni storia
parallela a quella principale veniva usata per il buon finale
dell'opera. Anche da qui si può sottolineare il talento narrativo di
Giuseppe Lupo, scrittore e saggi sta italiano ora insegnante di
letteratura contemporanea all'Università Cattolica di Brescia.
Uomo dalla cultura gigantesca, vincitore di importanti premi come il
Premio Giuseppe Berlo o il Premio Mondello, che
nei suoi saggi combina la letteratura del '900 con il linguaggio
dell'espressività moderna. Attratto profondamente dal romanzo
storico-antropologico e La carovana Zanardelli ne è un esempio
emblematico.
Lupo è stato altrettanto abile nel conferire al testo quel tocco di
comicità, non troppo accentuata, che rende la lettura
più piacevole, insieme con la descrizione a tutto tondo dei personaggi
dell'opera. Ne è un esempio Tino Robilante, aspirante fotografo di
successo, che fugge il giorno prima del matrimonio per unirsi alla
carovana sullo "Chevalnoir", il treno di Zanardelli, vero e proprio
capolavoro industriale. L'opera inizia e, in parte, termina con lui,
pronto a registrare l'attentato del secolo.
Tutto ciò è reso più interessante dalla comparsa di personaggi
sconosciuti e da quegli indizi di congiura progettata contro
Zanardelli da qualche anarchico che fanno assumere all'opera quasi i
tratti di un giallo.
Ciò alimenta la curiosità del lettore fino alle ultime pagine.
Negrofante, Leontolsloi, Miss Simonson (la cui bellezza sconvolge la
tranquillità della carovana), Mr Bentheleim rendono il romanzo ancora
più avvincente, anche quando l'atmosfera entusiasmante che ha
accompagnato il viaggio va scemandosi con la dura presa di coscienza
dello stesso presidente che, allo scadere della missione, comincia a
sentire il peso dei suoi 72 anni e aumenta il sospetto che questo
viaggio "gli fosse stato fatale". E' certo però che questa città gli
abbia lasciato un segno profondo. Tornato a Roma, infatti, investe una
notevole somma di dentro per far "fronte alle varie esigenze dei lucani.
Un libro interessante e dai contenuti edificanti i cui precetti morali e
sociali sono percepibili in ogni singolo rigo della narrazione. Merita
perciò di essere letto.
Giuseppe Lupo, La carovana Zanardelli
Marsilio pp. 212 €16,50
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