Vendita ad gaudendum/ vendita a godere/ vendita a godi, e godo
Vendita con il patto di ricompra, così chiamata in quanto, fino al momento dell’eventuale ricompra, a “godere” erano in due: il venditore, che poteva “godersi” il danaro della vendita ed il compratore, che poteva “godersi” il bene venduto. “… Il sopradetto Signor Don Antonio Ferraro spontaniamente||, asserisce nella presenza nostra come, nell’anno 1693, a 24 ottobre, il quondam Don Gaetano Ferraro suo fratello germano vendè ed alienò col patto di ricomprare quandocumque al quondam Don Domenico Prestia suo zio, della Terra di San Calogero, zio paterno di detti Signori Don Gaetano, e Don Rosario Prestia, una continenza di terre mischie, parte aratorie, e parte boscose, site, e poste nel Territorio della Terra di Calimera, luogo detto Le Pille, di tumolate trenta in circa, limito le vigne della Corte Baronale, li beni della Venerabile Cappella del Santissimo Rosario di Calimera sudetta, ed altri confini, per docati cento, e per giusti suoi fini delle parti, e specialmente di detto quondam Don Domenico Prestia, conchiusero un tal contratto col patto di godi, e godo, come il tutto appare per istromento stipolato per mano del quondam Notaro Apostolico Don Giacomo Cujuli, allo quale||…” (Nr Giovanni Geronimo Marsico di Altilia, abitante a Mileto, 23.7.1746). “… Dichiarando esso Signor Capitan Corso che lo sudetto pezzo di stabile chiamato San Filippo si ritrova venduto ad gaudendum, o sia col patto di ricomprare quandocumque||, da esso Signor Corso al Signor Don Antonio Fazari di detta Città di Tropea, nipote di detto Signor Don Giovanne Fazari, per docati cento, come per stromento rogato per mano del Magnifico Notar Antonino Teramo della Città di Monteleone, cui||, quale stabile di San Filippo è stato ceduto da detto Signor Don Antonio Fazari al sudetto Signor Don Giovanne Fazari suo zio, come per stromento di cessione rogato per mano del Magnifico Notar Gaetano Pietropaolo di detta Città di Tropea sotto li 3 Febrajo del presente anno 1734, cui||, per tale quale esso Signor Don Antonio Fazari lo possedeva||…” (Nr Giovanni Geronimo Marsico di Altilia, abitante a Mileto, 23.6.1734).
“… Esse parti asseriscono in presenza nostra come tre anni addietro la detta Donna Innocenzia, col consenso ancora del detto suo marito, vendè di godi, e godo al sudetto Signore Don Rosario una sua terra loco detto Condò, sita in pertinenze di questo medesimo Casale, per lo prezzo di ducati trentuno, scemato il terzo dell’intrinseco valore in virtù della natura del contratto, una con altri due capitali bullali, che vi erano in detta terra…” (Nr Giuseppe Salesio di Moladi, 22.3.1767). “… E di più aggiunge detta Illustrissima Signora Donna Laura Mottola sapere in causa scientiae, anche per essere stata assicurata da persone probbe, da bene, e veridiche, che detto fu suo Signor Padre Don Giacchino passò non già per sé, ma per detta sua Signora Moglie Donna Caterina detto contratto a godere, o sia col patto de retrovendendo||, per detti ducati cento con detto costituito Signor Prestia…” (Nr Marco Antonio Catalano di Mileto, 25.2.1777). Vedasi anche patto del ritratto/ jus luendi/ patto de redimendo/ patto de rehedimendo/ patto de retrocedendo/ patto de retrovendendo/ patto di ricompra/ patto di ritratto.