Tavola franca
Diritto, che si concedeva talvolta dal dotante agli sposi, di mangiare gratuitamente alla sua tavola per un periodo determinato di tempo (uno, o più anni), o per sempre, vita durante del concedente. “… E dippiù detti conjugi di Naso, e Gonnella promettono a detta di loro figlia, e futuro Sposo Paolo Spasaro un anno di tavola franca, senza che fosse detto futuro Sposo Spasaro obbligato a soccombere cosa veruna, e col patto ancora che tutto il raccolto che fa il detto Spasaro olle sue industrie e bovi, lo possa applicare a beneficio di chi li pare, e piace, quia sic ex conventione||..” (Nr Giuseppe Mercuri di Mileto, 4.5.1806, folio 4 a fronte). “… l’istesso Signor Don Raffaele (Vardè), fino a che detti futuri Sposi faranno la loro dimora in Nicotera, promette, e si obbliga dare a’ medesimi abitazione franca nella propria sua Casa, nonché tavola franca nella propria mensa, colla spiega, però, che tanto l’abitazione, quanto la tavola verranno a cessare tanto si i futuri Sposi si allontaneranno per qualsivoglia causa da Nicotera, quanto se volessero allontanarsi dalla casa di esso Signor Vardè…” (Nr Francescantonio Corso di Nicotera, 1.6.1827). “… e per ultimo quaranta tomoli di grano bianco, e tumoli trenta granone, da consegnarli in Agosto corrente anno mille ottocento cinquanta due, e durante tal consegna fino ad Agosto esso Vincenzo Comerci si obbliga dare ad essi Futuri Sposi, dal giorno che saranno sposati, tavola franca…” (Nr Giuseppe Pupa di Limbadi, 18.1.1852).