Sceda/ scheda notarile
Il complesso dei protocolli redatti in prima stesura da un notaio, da cui è possibile estrarre copie. “… e perché Esso Signor di Taccone intende servirsi della predetta Ricevuta in futurum||, tanto in Giudizio, quant’estra, per quello che li potesse far di bisogno, per esso, e suoi heredi, e Successori||, ha pensato, e stimato di bene consegnare a me Infrascritto Notare la sudetta Ricevuta ad conservandum nella mia Sceda, come persona Publica, per sua cautela, e delli suoi heredi, e successori in futurum, colla Facoltà che da me, o altri Notarij|| si ne possa estraere d’essa più Copie autentiche||…” (Nr Giuseppe Nesci di Dasà/ Monteleone, 8.3.1712). “… però à pensato, e così codicillando ordinato, e comandato, sincome ordina, e comanda, che la Casa dove al presente abita esso Codicillante, col pieno tutto intiero di essa, ne fosse vero, e legitimo Padrone detto Giuseppe Andrea Suo Figlio, a riserva delle scede, che lascia metà per ciascheduno…” (Nr Domenico Pellicari di Nicotera, 22.12.1766). “.. li quali non vi, dolo, metu, ma liberamente, e per acclaramento della verità, col di loro respettivo giuramento, asseriscono nella su riferita nostra presenza, anche con animo di ripetere toties quotie opus||, sì in giudizio che fuori, ed in ogni Corte, Foro, Tribunale||, qualmente li costa benissimo che, dopo la morte del fu Notar Don Marco Antonio Romano di detto Paravati, la quale seguì circa anni quindeci addietro, tutte le carte ricuperate del Tremuoto del mille ottocento e tre, le quali si appartenevano alla di lui Sceda, sempre si son conservate, come tuttavia anche oggi si conservano, dalle leggitime, e naturale figlie, ed Eredi di detto Notaro, per nome Donna Anna Maria, Donna Angela, e Donna Antonia, dello stesso Casale di Paravati, in casa di loro propria abitazione, cosiché dopo il matrimonio celebrato dal Regio Notaro Don Girolamo Maria Catalano di questa Città con Donna Caterina Romano di Paravati, figlia del fu Don Saverio Romano, e consanguinea in terzo grado delle sudette Donna Antonia, Donna Anna Maria, e Donna Angela Romano, le medesime, nel caso di bisogno si dovea estrarre qualche copia della medesima Sceda, qualche volta chiamavano lo stesso Don Girolamo, il quale si conferiva in detto Paravati, ed estraeva tale copia, senz che portasse seco libri, e carte della medesima Sceda, ma rimanendo ivi nella medesima casa, né mai li costa essersi fatto consegna di dette carte allo stesso Notar Catalano…” (Nr Giuseppe Mercuri di Mileto, 15.9.1805).