Saetta (nel mulino ad acqua)

 

 Parte del mulino dove l’acqua dall’alto precipita sulla ruota motrice. Così chiamata sia perché la sua forma richiamava quella di una rudimentale freccia (in latino sagitta), sia perché l’acqua dentro di essa scendeva con la rapidità di una saetta, era costituita da massi forati di forma cilindrica e diametro decrescente, che venivano messi l’uno sopra l’altro a mo’ di imbuto, in posizione di piano fortemente inclinato. In tal modo s’imprimeva maggiore potenza al getto di acqua che faceva muovere le grosse macine di pietra. Vedasi meato.  “ come del pari si obbliga costruire, o fare costruire il detto Molino in Calimera, e propriamente nel Luogo detto Gaglioffo, dovendo intagliare le Fondamenta dello stesso sulla parriera ivi sistente, della Larghezza, e Lunghezza eguale a quella del mulino del fu Signor Barone di Calimera, purchè la Sajetta sia più larga, e più alta di quella del detto Barone, la di cui Costruzione debba essere di pietra in granita, e ben forte, a piacere di esso De Lorenzo, col corrisponderle così detto Cannellaro, Copertura, porta, e Finestra di Castagna colle corrispondenti mascature, Farinajo, e trimojo di tavole di abeto, insomma con tutti gli attrezzi nicessarj, onde rendere animato, e macinante il divisato Molino, ad eccezione della pietra che serve per Mulire, la quale resta a carico di esso De Lorenzo, egualmente che la ruota della pietra istessa, la di cui Fabbrica debba essere di pietra forte, e calce grassa. Si obbliga del pari Esso Tocco incavare, e costruire l’aquidotto del detto molino, che dee principiarsi sotto il molino di Majurase sul primo piano, senza poter fare uso delle così dette prise, dovendosi eseguire perfettamente secondo le regole dell’arte, lungi ogni Frode, o inganno…” (Nr Antonio Massara di San Calogero/ Rombiolo, 3.8.1834).