Oliva

 

Il femminile, negli atti notarili consultati, viene per lo più usato per indicare l’albero. Cfr il calabrese livara, luvara.  “…  e come che detto Stabile, seu Oliveto, non è fruttifero, l’è parso utile, ed espediente a detto Signor Abbate nel nome sudetto di permutarcelo, ed assegnarli per l’effetto Sudetto a detto Signor Francesco Andrea Bellerano assente, ed a me Notaro publico, come persona publica per raggione del mio officio vocato, e chiamato, interveniente, Stipulante, ed accettante per nome, e parte di detto di Bellerano||, uno Stabile di tumulate otto in circa, circondato tutto d’olive, nominato la Solla, posto nelle circumferenze di detto Casale di San Gregorio Superiore, limite li beni del Signor Stefano di Nardo del quondam Domenico, l’Abbazial Corte, e via publica, col suo annuo canone di tumula quattro avena, debito alla Mensa Vescovale di Mileto, l’olivi del quale Stabile ritrovans’oggi in frutto in macine dieciotto a circa, franco, e libero detto Stabile, ed a nessuno venduto, alienato, o sottomesso, se non che al detto Canone perpetuo||, in virtù di Sue Cautele||…”  (Nr Lucenzio Muscato di Monteleone, 12.4.1713). “…  Spontaniamente con giuramento|| asseriscono detti di Gagliardo e Francolino in solidum, nella presenza nostra e di detto magnifico Giovanne Solano presente||, loro stessi avere, tenere, e possedere juxto titulo, et bona fide come veri Signori, e padroni, in comune, et indiviso, un pezzetto di terra aratoria, sita, e posta nelle circonferenze del Casale di Santo Pietro, Luogo detto la Ficara, di capacità stuppellate nove in circa, e per quant’è, quoad corpus, et non ad mensuram, alborata di diversi piedi di olive, limito li beni di questa Menza Vescovale di Mileto, beni della Venerabile Cappella del Santissimo Sagramento di detto Casale di Santo Pietro, via publica, altri fini||…”  (Nr Giovanni Geronimo Marsico di Altilia, abitante a Mileto, 1.1.1749). “…  In quanto alla rata delle olive, e del Frutto di esse, che spetta al Signor Barone Mottola fino a questo giorno, dovrà a tempo opportuno il Signor Colacchio avvisare il Barone, o al suo Procuratore, per farne l’ingabellazione, e l’affitto, per la quantità dell’Olio che gli appartiene. La Contribuzione Fondiaria da questo giorno de’ andare a carico del Signor Colacchio, a cui favore vanno le rendite de’ Fondi venduti…” (Nr Francesco Vizzone di Tropea, domiciliato a Ricadi, 28.8.1826).