Muro/ parata/ presa d’acqua/ prisa (nel mulino ad acqua)

 

 Dispositivo rudimentale, ma efficace, costruito in muratura, o in legno, a volte regolabile, mediante il quale l’acqua di un fiume veniva fatta passare nell’acquaro di un mulino. “…  come in effetto oggi appunto per anco si vedono dall’una parte, e dall’altra di detto fiume in detto luogo pezzi di mura di fabriche antiche bene osservate da essi costituti, l’uno pezzo de quali fabriche a quella parte di San Calogero largo da palmi dodici incirca, e l’altro a questa parte di Mileto, dinotantino ivi esser stata anticamente la prisa di fabrica per sostegno dell’acqua, ad uso, e commodo di detto molino…” (Nr Giovanni Geronimo Marsico di Altilia, abitante a Mileto, 22.10.1747).  “…  essendonsino portati nel luogo detto il Molino di Ballarano di sopra descritto, oggi, e da più anni posseduto dal Signor Don Francesco Lacquaniti della Città di Mileto, e propriamente sopra il Muro, seu parata di fabrica fatta fare da detti Mastri, e Manuali sin dal Mese di Settembre dell’anno caduto 1748, e proprio nel Angri attaccati a dietro detto Molino di detto di Lacquaniti, che poggia di là ad una terra del Cantorato della Cattedrale di detto Città, territorio della Terra di San Caloggiero, e l’istesso riconosciuto da detti Mastri, e Manuali, e da l’altri costituti osservato, ritrovano il sudetto Muro, seu parata per pigliare l’acqua nel fiume commune Lìtroma, tra questo territorio di Mileto, e quello di San Caloggero, in detto Luogo descritto, tale quale, e del istesso modo e maniera, che essi costituti l’aveano lasciato, e detti Mastri, e Manuali costruito, e fabricato, per commodo di detto Molino, fino alli tredici del prefato Mese di Settembre del anno 1748, senza che vi fosse altra innovazione, o fabrica fatta doppo detto giorno, siccome si osserva, e si vede arrinato, con erbe nate sopra detto Muro, e per tutto, dal inverno passato… ” (Nr Domenico Antonio Pelaia di Gerocarne, 19.7.1749). “… La quale presa di legname, apportando, come ha apportato, grandissimi dispendij in ogni Inverno, per la rottura caggionata dal ingrossamento del acque in più volte di detto fiume Lìtroma, s’è risoluto esso Signor di Lacquaniti quella rifare più basso di fabrica in proprio suo fondo, nomato L’Angra, pervenutali per compra ha fatto da detto Ballarano, unitamente con detto Molino, esistente in territorio della prefata Città di Mileto, sicome attualmente si attrova principiata fin dal mese di Settembre di detto anno 1747, poggiante in questo territorio di San Caloggero, e proprio in una terra della Prebenda Cantorale della medesima Città di Mileto, e l’istessa presa, seu parata di fabrica, detto Signor di Lacquaniti ha proseguito nel mese di Settembre 1748, in qual tempo fu da essa costituta impedito, pretendendo che esso Signor Don Francesco Lacquaniti ne dovesse ottenere permesso da essa Costituta per poter appoggiare in questo territorio, e mediante pure le continue insuflazioni fattale dal Emoli di esso Signor di Lacquaniti, dalle quali giornalmente venne inbibita, e per altre cause, e motivi la sua mente moventino…” (Nr Domenico Pelaia di Gerocarne, 9.8.1749). “… Oggi, però, sendono essi Costituti andati sopra la faccia del luogo, ad istanza del signor Don Gaetano Prestia, hanno ritrovato detto antico molino di detto signor Prestia in detta Contrada Mercorello disabitato, ed impossibilitato a poter macinare, per causa, che sendo riempito di rena, e terra tutto il vacante ch’era tra l’uno, e l’altro molino, cioè dalla prisa di fabrica di detto Barone Mottula, sino a detto molino si detto signor Prestia, si è appianato, e riempito di terra il catojo di detto molino di detto signor Prestia, sino sopra la rota, che l’ha reso impossibilitato a poter macinare, come per tal causa non ha macinato da più tempo, e li canneti sudetti si covertorono di terra, di forma tale, che non appariscono affatto dov’erano, per esserno sotterrati da terra, e rena ingombrata per l’argine fatto da detta prisa di detto molino di detto Barone puochi passi sotto, per causa della quale prisa, e sostegno fatto da detto quondam Barone Mottula, son perduti, tanto detto molino, che detti canneti di detto signor Prestia…” (Nr Giovanni Geronimo Marsico di Altilia, abitante a Mileto, 19.7.1756).