Moneta d’argento
Nel Regno di Napoli, o delle due Sicilie, allorchè si diceva che un pagamento era stato effettuato, o doveva essere effettuato in moneta d’argento, s’intendeva dire che era stato effettuato, o doveva essere effettuato in carlini. “… e questo per l’ultimo, finito, e convenuto prezzo tra di loro accordio, come dicono, di docati mille, e cento de carolenis||, delli quali docati mille, e cento de dictis carolenis|| esso Signor Archidiacono Taccone ne sborza in presenza nostra, paga, numera, e consegna realmente, manualmente, e di contanti di moneta d’argento usuale di questo Regno secondo la Regia Prammatica, docati settecento settanta de dictis carolenis al predetto Signor Domenico Lacquaniti presente, ed in presenza nostra recipiente||…” (Nr Ignazio Perna di Monteleone, 24.4.1708). “… E questo per lo sudetto limitato, e stabilito prezzo di docati mille quarantuno, grana sessantasei, e cavalli otto, de’ quali docati mille quarantuno, grana sessantasei, e cavalli otto detto Signor Don Rosario Prestia compratore sponte|| ne paga, numera, e consegna all’anzidetto Signor Don Giovanne Fazari, come cessionario ut supra di detto Signor Don Antonio suo Nipote|| presente, in sé recipiente, numerante, e imburzante||, detta somma di docati cento presenzialmente, e manualmente in tanta moneta di argento corrente||, ad pondus, servata forma Regiae Pragmaticae||, in presenza nostra numerati||…” (Nr Giovanni Geronimo Marsico di Altilia, abitante a Mileto, 23.6.1734). “… quali ducati cinquanta esso mastro Domenico di proprij danari di detta Donna Laura, come asserisce, paga, numera, sborsa, e consegna al detto Signor Antonino presente, e recipiente||, di moneta di argento usuale di questo Regno in presenza nostra numerati, ed al detto Signor Antonino consegnati, del qual prezzo si chiama, e tiene ben contento, e sodjsfatto…” (Nr Giuseppe Salesio di Moladi, 26.10.1756).