Internuncio/ messo ed internuncio

 

Intermediario, delegato, messaggero.

Era così chiamato chi rappresentava il suo principale non sulla base di un formale atto di procura, ma soltanto sulla base di un incarico conferito verbalmente. “…  in vigore di publico Istromento rogato dallo stesso Notar Gioja, nel quale, per parte del Sudetto Don Emanuele, intervenne il Signor Duca Don Marcantonio, qual Suo messo, ed internuncio, che promise de rato, ed indi da detto Signor Don Emanuele ratificato sotto il dì 30 Maggio 1744 in Monteleone per mano del Regio Notare Don Domenico Antonio Martire…” (Nr Antonio Pistone di Ionadi, 30.5.1780).  “… Or volendo esso Signor Don Cesare Brancia fare uso, ed esercitare la riserbata ricompra del fondo di cui è parola, à perciò restituito a favore, ed in potere del predetto Don Santo Polito, nella sua spiegata qualità di Messo, ed Internuncio del prefato Signor Bisogno, gli espressati Docati Duecento in moneta effettiva, siccome il ridetto Signor Polito il dichiara, e confessa, per cui, nel fargliene ampia, e final quietanza, retrocede, e restituisce a pro del ricomprante Signor Don Cesare Brancia il Sudetto Fondo Tolone, come se non l’avesse mai venduto, restando così il Suaccennato Istromento del dì due Novembre Mille Ottocento trentasette irrito, nullo, e come non fatto. Divenuto in tal modo il costituto Signor Don Cesare Brancia Proprietario assoluto del Sopradescritto Fondo Tolone, consultando meglio i suoi interessi, è divenuto a venderlo, come in forza di questo medesimo atto lo vende definitivamente, senza veruna riserva, a corpo, e non a misura, e per franco, e libero di qualunque peso, censo, ipoteca, e Servitù, a favore del costituto Signor Teologo Don Giuseppe Maria Pupa, tanto nel proprio nome, quanto come Messo, ed Internuncio delle prefate Sue Signore Sorelle Donna Caterina, Donna Vincenza, Donna Maria Rosa, e Donna Maria Giovanna Pupa in cinque porzioni eguali…” (Nr Francescantonio Corso di Nicotera, 23.8.1841, folio 189 a fronte).