Fronda

 

La foglia del gelso, che veniva utilizzata per alimentare i bachi e rendere, così, possibile l’industria serica. “… Nella Vescovale Corte di Nocotera compare il Reverendo Don Giuseppe Calabrello della Terra di Filocastro e dice dover conseguire dal Chierico Coniugato Tomaso Lacquaniti di detta Terra docati novi tanto minus|| per prezzo di sacchi venti di fronda negra vendutali nel mese di maggio del corrente anno 1706, et carlini cinque per prezzo di uno Celso biancho, e benché l’habbia venduta detta fronda antecedentemente con patto che la debbia pagare alli due di agosto prossimo passato alli prezzi correnti, con tutto ciò nel tempo si stimò detta fronda esso Comparente havea l’offerta di carlini quattro, e mezzo il sacco, e pochi giorni dopo fatta la consegnia ne trovava a carlini cinque per ogni sacco per contanti, ma perché esso Comparente intese di sodisfare alla propria parola, ed accordio, ha rigettato le dette offerte, e perché sino ad oggi non ha curato di sodisfare esso Comparente la detta fronda a raggione di carlini quattro e mezzo prezzo moderato…” (Istanza di Giuseppe Calabrello in data 22.11.1706, Corte Vescovile 1706/ 1715, A.S.D.N.).  “… quindi poi si fe’ il caso che il Signor Don Domenico Barone, fratello germano di detto Signor Don Giovanne Battista, comprò dalla moglie di detto Signor Don Lodovico la fronda della medema, tanto nera, quanto bianca, per docati trenta…”  (Nr  Domenico Barbuto di Garavati, 24.12.1743).