Esser tenuto al tantundem de proprio, et in propriis bonis/ esser tenuto de proprio:
Esser tenuto a corrispondere di tasca propria e sui propri beni una somma equivalente alla perdita subita dall’altra parte. “… ed in caso di contrario esser egli Don Domenico Antonio tenuto al tantundem de proprio, ed a tutti danni, spese, ed interessi||…” (Nr Marco Antonio Catalano di Mileto, 21.9.1784). “… siccome in forza del presente pubblico Atto concede a itolo di locazione e conduzione a favore de’ costituiti Signori Don Luigi Mumoli e Paolo Zappia, unitamente e solidariamente accettanti, il Suo giardino, in parte aquabile, denominato Foschea, con Casina Rurale nello stesso esistente, per la durata di Anni quattro, che principiar dovranno dal primo Settembre del Mille Ottocento sessantanove, e terminare a tutto il trentuno Agosto del Mille Ottocento settantatrè, mediante l’Annuale convenuto estaglio di Lire trecento trentuna e centesimi cinquanta, pagabili terziatamente ne’ mesi di Dicembre, Aprile ed Agosto di ciascun Anno, alla ragione di Lire centodiciassette e centesimi sedici per ogni terzo, adempiendo alla prima corrisponzione in Dicembre del Mille Ottocento sessantanove, e così continuare in prosieguo, sotto la ossevanza, però, de’ seguenti patti…” (Nr Domenico Capria di Nicotera, 1.4.1868, folio 54 a fronte).