Coperta

 

Misura di superficie e di capacità per aridi, in uso in alcune zone della Calabria nei secoli XVIII e XIX, equivalente quasi sicuramente ad una tomolata e ad un tomolo rispettivamente. Si veda, nel General Catasto di San Calogero dell’anno 1743, la rivela di Alessio Barone: “… a mezza coperta rendono per ogn’anno grano bianco una mezzarola…”. Oppure, nello stesso General Catasto, la rivela di Tomaso e Domenico Cupitò di Rosario: “… In primis una terra luogo detto la Pilla, di tumulate otto in circa, terra misca di una coperta, e mezza, limita li beni del Dottor Signor Don Antonio Prestia, li beni del Riverendo Monastero di San Gregorio in Messina, e la Baronal Corte della sudetta Terra, rende per ogn’anno grano misco tumoli sei. Di più una terra luogo detto Bafì di una Coperta di tumolate cinque in circa, limito li beni della Parrocchiale di Presinaci, il Reverendo Signor don Giacomo Mottola della Città di Tropea, e via publica, rende per ogn’anno, dedotta la porzione colonica, mezzarole cinque grano bianco…”. In un obbligo di Notar Gregorio Massara di Limbadi del 29.9.1805 si legge: “… e questo pello fitto quadriennale ragionato in cadauno biennio a due coperte, o sia a due tommoli di grano bianco netto, e di buona qualità per ogni tommolata di terra, giusta la stima si farà da due Periti comunemente eligendi…”. “… La pensione locativa verrà calcolata e pagata in ragione di due coperte la tomolata…” (Nr Antonio Massara di San Calogero/ Rombiolo, 12.11.1850).  Vedansi, infine, alcuni contratti d’affitto rogati da Notar Giuseppe Massara di Rombiolo/San Calogero (es.: 20.11.1818), Notar Domenico Naso di Mottafilocastro (es.: 3.11.1847, 11.11.1849), o da Notar Antonio Massara di San Calogero/ Rombiolo (es.:12.11.1850, 3.8.1853).