Biglietto di deposito “tengo in poter mio”

 

Biglietto con il quale il garante, per tranquillità del creditore, dichiarava che il debitore aveva depositato presso di lui una somma pari al  suo debito, con la quale si sarebbero effettuati i vari pagamenti nelle rispettive scadenze. “… Ma perché detto Signor del Porto volle assicurata detta Somma di docati Seimila di Sorte, una cogl’interessi che decorreano per tutti gl’anni Sei, importanti docati Mille, ed ottocento, pertanto da detto Signor Duca Don Marcantonio Fabbiani, per secondare le preghiere fattele da detto Signor Don Emanuele, diede fuori biglietto di Deposito che tengo in mio potere di docati Settemila, ed ottocento, spiegante depositatigli da detto Signor Don Emanuele per pagarli al detto Signor dal Porto a ragione di ducati trecento l’anno per anni cinque continui, e nel Sesto, ed ultimo anno docati Seimila, e trecento, che venivano ad essere docati trecento per l’Ultima annata di detto interesse, e docati Seimila di detta Sorte, come il tutto con più distinzione si legge in detto Citato Istromento per detto Notar Gioja rogato, in dove ad Literam sta trascritto detto Biglietto di Deposito…” (Nr Antonio Pistone di Ionadi, 30.5.1780).“… Nacque un tal debito dalla Causa che siegue. In detto anno 1772 detto Signor Don Emanuele, di unita alla ragione contante di Don Giorgio Melecrinis Cuggino, attese al fitto del Arrendamento delli grana ottantadue, ed un terzo a tomolo di Sale per le due Provincie di Calabria Citra, ed Ultra per anni quattro, e nel bisogno del biglietto d’assicurazione dittante “tengo in mio potere” della Somma di docati diecemila centocinquantasei, e grana venticinque, ottenne quello da detto Signor Fabbiani, il quale a 24 ottobre di detto anno 1772 fu indennizzato insolidum da detto  Don Emanuele, e da detta ragione Melecrinis, in vigore di publico Istromento rogato da detto Notar Bottis di detta Città di Napoli, ed indi rattificata da detto Don Emanuele, e detta ragione di Melecrinis in detta Città del Pizzo sotto il dì Nove Novembre di detto anno per mano di detto Notar di Leo, in cui si disse esso Signor Don Emanuele, e detta ragione di Melecrinis esser tenuti insolidum per tutti i danni, ed interessi che per Causa di detto biglietto a detto Signor Fabbiani se gl’inferivano, dapoicché non aveano depositato la Somma Sudetta di docati diecemila cento cinquantasei, e grana Venticinque…”  (Nr Antonio Pistone di Ionadi, 30.5.1780).