Avemaria dei morti

 

Era così chiamata l’avemaria del tramonto, forse perché il  suono fievole ed un po’ malinconico delle campane richiamava quello che, all’ora del tramonto, annunciava con rintocchi lenti e lugubri il trapasso o i funerali di qualcuno.“… Salve Regina|| Oratione||, dica il Padre Spirituale. Tutti diranno un Pater, et Ave per chi sta in peccato Mortale, un altro per l’Anime del Purgatorio, un altro per l’augmento della Congregazione e un’Ave per il Padre Missionario ristabilitore della Congregazione, e per ultimo s’intonerà il de profundis||, e si sonerà dal Sagristano l’ave Maria de’ morti…(A.S.D.M., cartella numero 36, “Regole della Congregazione sotto il Titolo della Vergine Santissima Immacolata della Terra di San Calogero, 1727”).  “… Secondariamente li sudetti Lionardo Pontoriero, Francesco Barone, ed Antonio Paglianiti attestano, come in detta Sera di Domenica venti due del corrente mese, ed anno, si portarono in detta Chiesa Parrochiale di San Caloggero, ed ivi hanno ritrovato a Domenico e Giovanne Patellà con detto Francesco Gharisto verso l’Ave Maria delli morti, come volgarmente si dice, e con li medesimi hanno dimorato per spassarsi verso le cinque ore della notte in circa…” (Nr Domenico Barbuto di Garavati, 25.3.1744).