Armigero

 

Era così chiamato, anche per distinguerlo dai veri e propri soldati regi, chi apparteneva alla milizia provinciale, o ad una delle tante milizie urbane. “… asserisce in presenza nostra come, verso la metà del mese di Maggio di questo corrente anno Mille Sette Cento Quaranta sette, 1747, coll’occasione che ritrovandosi essa asserente secondo il suo solito nelle Calamaci in Campagna, siti in questo Territorio, sola che faceva legni, ivi fu assalita forzosamente verso l’ora di mezzo giorno da una persona almigera Forastiera, che se bene fosse stato Uomo non di meno incognito per non averlo altra volta veduto, il quale di già, dopo aver contrastato un pezzo, non avendo possuto resistere alla forza, e violenza di detto incognito Uomo, e per non incorrere al pericolo della vita, che evidentemente correva, la conobbe carnalmente con averla deflorata, e col dubio ancora che da quello fosse stata ingravidata…” (Nr Domenico Pellicani, 11.9.1747). “…  mi do l’onore dirle che lo stesso di Polito era un Uomo serio, ed accostumato di qualche desterità, ascritto nella Milizia Provinciale, e più volte Sindaco di quello Stato, attaccato sempre con fedeltà all’Invittissimo nostro Sovrano, per come mi è stato riferito, tuttavia son ormai giorni diece che fu violentemente ucciso in Limbadi, sopravivendo dopo la Scopettata circa un’ora, e ricevuti li Santissimi Sagramenti con edificazione degli Astanti, rendè l’anima a Dio…”  (Nomina di Don Michelangelo Polito a Governatore di Calimera, 18.10.1802; 5.11.1802,  A.S.D.M., cartella numero 113).  “… attestano, ognuno bensì relativamente al fatto che intervenne, come nel giorno di Sabbato, che contava nove del mese di Dicembre dell’anno passato 1780, attrovandosi capo della milizia urbana di detta Filocastro e convicini Casali il Magnifico Giuseppe Pupa dello stesso, questi, unitosi la sera di detto giorno verso un’ora di notte col sudetto costituto Giuseppe Sorbilli, con Antonino Sesto e Giambattista Fortuna armigeri, si portarono d’unita in questo Mandaradoni, dove, giuntisi colli predetti altri costituti Comerci, Punturiero, Carrà e Romano, ed altri, circa le due in tre della notte stessa, dopo aver camminato in questo Casale per di lui custodia, indi d’unita passarono tutti in quello di Caroni, coll’occasione che, trasferita la solennità della Concezione Immacolata, si dovea quella celebrare, come si celebrò la Domenica dieci dello stesso mese…”  (Nr Michelangelo Massara di Limbadi, 11.2.1782).