Associazione culturale tra il virtuale e il reale di tutti gli stefanaconesi nel mondo

 

"FRANZA"    Il portale di Stefanaconi

 

"Chi erano gli Stilon?" di Giovanni Battista Bartalotta

In molti in paese ignorano il ruolo che diversi esponenti del nucleo familiare hanno svolto nel XX secolo

La famiglia Stilon e il suo amore per Stefanaconi

Ettore Stilon si distinse in altruismo

di Nando Scarmozzino (Il Quotidiano della Calabria del 17/03/2010

Chi erano gli Stilon? E’ una domanda che in tanti si sono posti a Stefanaconi, ma che è sempre rimasta senza risposta finora. Strano. Perché la famiglia Stilon ha dato molto a Stefanaconi, in particolare si è distinto Ettore Stilon, medico condotto dal 1922 al 1955, oltre per l'attaccamento al dovere, per l'altruismo e per la generosità verso i suoi compaesani in un periodo di estrema povertà. Ha voluto colmare questa sorta di lacuna nella memoria storica di Stefanaconi Giovanni

Battista Bartalotta, 54 anni, sposato con due figlie, tra i fondatori della pro Loco, realizzatore del giornale “Il Campanile” e dal 2007 fondatore dell'associazione culturale “Franza il portale di Stefanaconi”, presente su Internet con un sito e una pubblicazione on line “Stefanaconi&Friends”. Bartalotta, impiegato dell’Inps di Vibo Valentia, avendo da poco scoperto la passione per la ricerca e soprattutto per la micro-storia del suo paese natio, tassello dopo tassello, attraverso una minuziosa ricerca d'archivio, ha ricostruito in circa 300 pagine la storia degli Stilon in un volume dal titolo, appunto, “Chi erano gli Stilon?”.

L'autore, mentre chiarisce che la sua “fatica” non punta ad essere una biografia del più importante, forse, rampollo, afferma altresì di avere voluto raccontare «in maniera compiuta » la storia di questa famiglia in quanto «molti dei suoi componenti hanno contribuito alla crescita della nostra comunità». Ovviamente, l'amore «filiale » per Stefanaconi ha costituito per Bartalotta l’humus sul quale è sorto ed è poi stato realizzato il desiderio di affrontare e concludere un lavoro non certo agevole. Soprattutto perché egli ha dovuto togliere dall'oblio tante carte, numerosi documenti d'archivio, a partire dal 1768, anno in cui compare il primo degli Stilo (poi diventato Stilon), Saverio, calzolaio, «emigrato» a Stefanaconi da Monteleone (Vibo Valentia).

Da questo momento in avanti è tutto un susseguirsi di episodi, di notizie e di esperienze dei vari componenti della famiglia Stilon che l'autore ricuce pazientemente sconfinando, quasi senza accorgersene, nella storia “macro”, quella della Calabria del dominio austriaco, francese e spagnolo. Il coinvolgimento, per esempio, di Giuseppe Maria Stilo, porta l'autore a trattare della battaglia di Maida o della residenza a Malta, all'epoca porto sicuro per rifugiati e centro di cospirazione.

Seguendo passo passo le vicende umane e sociali dei vari componenti della famiglia Stilon, Bartalotta coglie spunti per tracciare anche un quadro della condizione sociale e culturale del paese Stefanaconi tra le due guerre mondiali. Non manca, infine, descrivendo i suoi primi ricordi di Ettore Stilon, di ricordare una carezza del medico condotto e “l'illusione” di poter conoscere “quel mondo”. Cosa che ha finalmente, dopo 45 anni, potuto fare scrivendo questo libro, grazie al quale

quel bambino ha potuto salire le scale del palazzo Stilon e «conoscere l'universo misterioso degli Stilon». Trasmettere agli altri questa singolare esperienza e le sensazioni che ha provato, è anche il motivo del libro, che rimane adesso un prezioso strumento di conoscenza e di comprensione della storia di oltre tre secoli di Stefanaconi.


da Stefanaconi a Malta

“Chi erano gli Stilon?”

di Guglielmo Galasso (da “Monteleone” – febbraio 2010)

Non è il solito libro di storia locale, come si potrebbe pensare e come, per sua ammissione, pensava lo stesso autore mentre si accingeva a scriverlo Battista Bartalotta, funzionario dell’I.N.P,S, con una grande passione per la storia del suo borgo natio (Stefanaconi) e un fiuto da segugio nel ricercare documenti antichi negli archivi di comuni e parrocchie intendeva raccontare ‘semplicemente la vita di Ettore Stilon medico e benefattore vissuto a Stefanaconi tra il 1875 ed il 1969. Ma poi, tra lo studio di un albero genealogico e l’altro, tra una ricerca d’archivio e l’altra, è andato ben oltre il suo intento. Ne è venuto fuori un libro godibilissimo che racconta la vita di vari componenti della famiglia Stilon alcuni dei quali inaspettatamente protagonisti di straordinarie vicende collegate ai grandi eventi della storia Nazionale ed Europea.

Tutto ebbe inizio con mastro Saverio Stilo calzolaio monteleonese trasferitosi a Stefanaconi nel 1768 per sposare una ragazza del posto, di nome Caterina Fortuna. Morta Caterina, mastro Saverio sposò in seconde nozze Elisabetta Guastalegname, ma anche questa ebbe vita breve (all’epoca si moriva facilmente di parto) e Saverio si risposò con Caterina Pitone nativa di Siderno. Saverio Stilo, dunque, ebbe in tutto tre mogli e ben dieci figli. Uno di questi, Giuseppe Maria Stilo, nato dal terzo matrimonio, studiò con profitto e si laureò a Napoli in medicina.

A questo punto la vicenda della famiglia Stilo esce decisamente dagli angusti confini della piccola Stefanaconi e il racconto di Bartalotta proietta il lettore su uno scenario assai più vasto. Corre l’anno 1805 quando Napoleone Bonaparte, che oramai spadroneggia su gran parte d’Europa, decide di porre fine alla dinastia dei Borboni di cui sospetta intrighi e macchinazioni e ordina al generale Messena la conquista del Regno di Napoli, sul cui trono pone il fratello Giuseppe.

Inizia così il famoso “decennio francese”, che avrà il suo tragico epilogo nel 1815 con la fucilazione a Pizzo di Gioacchino Murat. La famiglia reale borbonica, il cui scarso esercito ben poco può nei confronti delle truppe imperiali, si rifugia a Palermo. Ma in sua difesa accorrono gli inglesi che sbarcano in seimila sulla costa di Sant’Eufemia e si scontrano con i francesi a Maida. Giuseppe Maria Stilo, che nutre sentimenti liberali ed antiborbonici, risponde al bando di arruolamento nell’esercito francese e prende parte anche lui alla battaglia di Maida.

Occorre dire che anche mastro Saverio Stilo ed altri suoi tre figli avevano manifestato idee antiborboniche ed erano tutti morti in circostanze tragiche. E’ probabile che a quelle morti non siano state estranee motivazioni di carattere politico. Ma torniamo a Giuseppe Maria. Il giovane medico, al termine della battaglia (conclusasi vittoriosamente per gli inglesi) viene fatto prigioniero e trasferito via mare in Inghilterra dove si prodiga per curare i feriti dell’una e dell’altra parte, dimostrando un tale livello di perizia che, anche dopo aver riacquistato la libertà, è pregato di continuare ad operare come medico in una struttura militare.

Giuseppe Maria, dunque, rimane in Inghilterra. muta il cognome in Stilon, si sposa e raggiunge una notevole fama. In seguito dall’Inghilterra si sposta a Malta. Nella piccola isola mediterranea Giuseppe Maria Stilon accresce la sua fama di medico ed ottiene anche la docenza universitaria. E poiché non ha gettato al vento le sue idee liberali, la sua casa, al termine del “decennio francese”, quando ormai i Borbone sono tornati sul trono del Regno di Napoli, diviene un punto di riferimento per i fuoriusciti Italiani invisi al governo borbonico, come Luigi Settembrini e Nicola Fabrizi. A Malta, inoltre, il dottor Stilon frequenta assiduamente la casa del diplomatico John Frere, raffinato luogo di incontro per molti intellettuali inglesi del tempo, dove ha modo di conoscere George Byron e Walter Scott.

E i congiunti di Stefanaconi? Con loro Giuseppe Maria intrattiene una fitta corrispondenza. Sanno delle sua vita maltese, del successo in campo medico, del cambiamento del cognome. Molti anni dopo aggiungeranno anche essi quella “enne” in più, e da quel momento si chiameranno anche loro Stilon.

Un nipote di Giuseppe Maria, Saverio Stilon (a cui è dedicata una via di Stefanaconi), anche lui medico ed anche lui antiborbonico, raggiunge lo zio a Malta. Diverrà anche lui famoso e da lui discenderanno gli attuali Stilon maltesi, poiché Giuseppe Maria non ha avuto figli maschi.

Il racconto prosegue con la vita degli altri membri della famiglia Stilon, sia maltesi che stefanaconesi. Ma Bartalotta si sofferma soprattutto su questi ultimi (Vincenzo Stilon. capitano nell’esercito; Alfredo, il podestà; Ettore, il medico; Elvira, con cui gli Stilon di Stefanaconi si estinguono nel 1989) e man mano che li presenta e descrive offre al lettore un interessante spaccato di vita paesana: il duro lavoro nei campi, le feste religiose, il rapporto tra la gente più umile ed i personaggi “importanti” del paese (il sindaco, il parroco, il medico). Il tutto sempre sullo sfondo dei grandi eventi della storia nazionale: l’epopea garibaldina, i primi passi dell’Italia unita, le imprese coloniali, il terremoto del 1908, il massacro della Grande Guerra.

Il lavoro di Bartalotta presenta una pecca soltanto: troppe ripetizioni ad inizio di ogni paragrafo. Eliminandole il libro ne guadagnerebbe in omogeneità e scorrevolezza. E’ un modesto consiglio per una prossima, auspicabile ristampa. Una ristampa che un libro così, peraltro disponibile al momento in un numero limitatissimo di copie, indubbiamente merita.



Battista Bartalotta ha riportato alla luce la storia degli Stilon

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